Transalpina – 2017 (quinta tappa)

La mattina ha l’oro in bocca, così mi alzo appena prima dell’alba. Ho dormito bene stanotte…

<– quarta tappa                        sesta tappa–>

TRANSALPINA 2017 – V° TAPPA, Kötschach-Mauthen Villabassa 82KM

03/08/2017,

 

La mattina ha l’oro in bocca, così mi alzo appena prima dell’alba. Ho dormito bene stanotte, ma le sensazioni che provo non sono buone, non mi sento bene, mi dolgono i muscoli e sono rigido di schiena; di certo non sono al massimo della forma, evidentemente il freddo e lo sforzo patiti ieri hanno avuto effetto.
WP_20170803_06_50_42_Pro
Ligio al mio dovere di Bike Traveller, impacchetto tutto come il solito, saluto i vicini italo-francese e mi dirigo al negozio del campeggio dove, ritiro i croissant ordinati ieri che mangio subito accompagnati da un bicchiere di succo di mele bio buonissimo.
DSCF1262b1
ONE, TWO, THREE GO! Imbocco la statale 111, e la salita mi aggredisce prepotente. Questa strada mi porterà a Sillian, ma così a freddo è un pugno nello stomaco; non è ripida, ma ha un andamento saliscendi costante, con continui strappi di cinque seicento metri e discese corte e ripide.
WP_20170803_12_46_53_Pro
Lotto con il peso che porto e piano piano mi sfilano al fianco i paesi di St. Jakob, Birnbaum, St. Lorenzen, Maria Luggau, Untertilliach; in ognuno di essi cerco la fontana, fa molto caldo e la bassa velocità, accentua il disagio.

 

E’ una contraddizione, ma la cosa che amo di più dell’andare in bicicletta, è proprio la lentezza con cui si affrontano questi viaggi, dando tempo agli occhi di divagare, scrutando gli orizzonti, vedendo cose che in auto sfuggono; troppo veloce, non c’è tempo di cogliere i particolari, mentre con la bici in un secondo sei fermo, puoi fotografare, prendere appunti, respirare l’aria come fosse profumo, riempire gli occhi di colori e ascoltare il silenzio.
In questo momento mentre salgo, il protagonista è proprio il silenzio, la bici produce un rumore sommesso appena percepibile, ed io posso sentire il cinguettio degli uccelli, i grilli, le cicale, ascoltare i rumori del bosco, il vento tra le fronde e lo scorrere dell’acqua nei ruscelli. M’immergo totalmente nella natura, sono parte di essa; certo, girare in bici costa fatica, ma è lei, la fatica che ci rende eroi. Ogni tanto passa qualche fracassone con la moto, qualche camion, ma il silenzio è pressoché totale ed è di quello che nutro la mia anima.

 

Mi fermo a Obertilliach, nei pressi di una bella fontana ricavata da un tronco; mangio e approfitto di un pezzetto di prato al sole per schiacciare un sonnellino, venti minuti rigeneranti.
WP_20170803_14_00_53_Pro
Riparto, e finalmente arrivato al valico, osservo di fronte a me la lunga discesa che mi porterà sul fondovalle. Una rapida spesa nell’unico microsupermercato del posto e mi lascio scivolare giù per la scesa.

 

Il primo tratto ha asfalto brutto e molto rovinato, guido quindi con molta prudenza sempre con i freni in mano. All’improvviso l’asfalto migliora, posso quindi accelerare fino a velocità analoghe alle automobili che mi precedono; nei tornanti mi faccio sotto e anche se nei rettilinei perdo molto terreno, sono sempre li, dietro al culo della signora, ehm… nel senso che davanti ho una signora che guida con piglio corsaiolo, ma che non riesce a staccarmi.
In breve raggiungo il fondovalle e m’immetto sulla statale 100 all’altezza di Sillian.

 

La statale è trafficatissima, molte auto targate italiane, molti TIR, raggiungo così il confine da dove rientro in Italia con la sensazione di pericolo costante. Dal confine a Dobbiaco, è un attimo, per cui decido di fermarmi in un chiosco a mangiare wurstel e patatine con una bella birra a corredo.
WP_20170803_16_09_44_Pro

 

Rifocillato, chiedo informazioni dove trovare un camping, mi indicano il campeggio del lago che ovviamente è due chilometri a monte di Dobbiaco.
Riprendo a salire seguendo la strada principale, anche se poco sotto esiste una ciclabile, e all’improvviso appare! Il lago Toblach spesso visto in TV, pieno di gente, auto, camper e pullman non è certo quello che si dice un posto tranquillo.
DSCF1262b25
Alla reception del camping, chiedo informazioni a un Altoatesino col barbone nero. Bello pimpante, con atteggiamento sprezzante classico Sud Tirol, alla mia richiesta di pernottare sul prato senza tenda vicino a un albero per poggiare la bici, mi risponde: “ Il pvrato fiene hundici euhro, ogni pevrsona todici euhro, piu taxa hecholocica piu taxa soggiohrno” quindi in totale dico io? “Fenticinque euhro” fa lui, al ché rispondo; mi sembra un po’ esagerato, non ho nemmeno la tenda, “ ma qvesta è halta stagionhee”; mi dispiace caro (in tutti i sensi), non fa per me; quindi ringraziando, giro i tacchi e me ne torno a Dobbiaco. Mi dirigo verso Villabassa, dove c’è il camping Olimpia, che mi offre il posto per 14 euro compresa tassa ecologica e di soggiorno facendomi risparmiare 11 euro. Sistemo bici e bagagli e vado a mangiare al ristorante del campeggio; la cena è composta da canederli buonissimi, un mega hamburger e l’immancabile birra, quindi torno alla bici satollo e inizio il solito rituale per sistemare il bivacco notturno; materassino sacco a pelo, zaini eccetera, ma mentre sto cominciando a legare il telo alla bici, inizia a piovere con tempismo perfetto, in fondo era prevista. Prendo velocemente i quattro lembi del telo e chiuso a mo di sacco tiro via tutto e corro sotto la tettoia adiacente ai bagni, dove aspetto pazientemente spiova. La mia proverbiale pazienza in questi casi mi viene in aiuto, così verso le 23 e 30 rimetto il telo al suo posto cercando di sistemare le cose all’asciutto.
Finalmente l’epilogo della giornata! Chiudo gli occhi con la speranza che questo tempo barzotto non faccia altri scherzi.

 

Continua…

<– quarta tappa                        sesta tappa–>

Autore: venividinbici

Ogni mattina mi alzo e vado a lavorare, il pane e il mutuo me lo impongono, ma non ho mai smesso di sognare. Il mio non è un sogno fine a se stesso, e come San Francesco, ogni volta mi spoglio, per permettere che prenda vita e che il mio spirito inizi a volteggiare leggero. Quando parto, porto con me solo quello che entra nelle mie piccole borse, e che senza aiuto riesco a trasportare. Solo così posso accorgermi delle cose meravigliose che ci circondano, piccole grandi cose offuscate dall'inutile. I miei sensi possono concentrarsi senza costrizioni, sui colori, i suoni e le immagini, che scorrono intorno a me come un fluido, e lì, mi accorgo che ne faccio parte, io sono il fluido, mi lascio trasportare da esso e posso riappropriarmi dell'ancestrale stupore nella fiamma vibrante e scoppiettante di un fuoco nella notte.

3 pensieri riguardo “Transalpina – 2017 (quinta tappa)”

Lascia un commento